tratto da Mozart e Salieri e Il Convitato di pietra di Aleksander S. Puškin

traduzione dal russo di Sabrina Morena

drammaturgia di Giustina Testa

regia di Sabrina Morena

musiche di Wolfgang Amadeus Mozart

con Isaura Argese, Giustina Testa, Riccardo Beltrame,

Julian Sgherla e Sergio Maggio.

Due matrioske prendono vita e raccontano la storia di Puškin – dall’esilio in Crimea al matrimonio con la giovane e bella Natalja Gončarova, alla prematura morte violenta – collegandola al suo lavoro; le vicende del poeta si intrecciano, così, a quelle di Mozart, genio schiacciato dal successo e dall’invidia, protagonista del più famoso dei microdrammi dell’autore russo (fu, infatti, Salieri, spinto dall’invidia, ad avvelenare Mozart, secondo la visione di Puškin).
Un altro suo microdramma ruota intorno a un tema mozartiano; è Il convitato di pietra, in cui Don Giovanni, seduttore dagli insaziabili appetiti, commette un’ultima, fatale empietà: invitare a cena un morto.

Sin dall’inizio della sua attività letteraria, Puškin fu ostacolato dal potere zarista, che vedeva nel suo genio e nella sua forza poetica la potenzialità di sovvertire l’ordine autocratico.
Sebbene egli non fosse esattamente un rivoluzionario, auspicava che nella Russia del suo tempo – quel XIX secolo che la Storia ricorda per la rivoluzione dei decabristi e, in Europa, la successiva primavera dei popoli – ci fosse una svolta liberale, e che fosse adottata la costituzione, così come stava avvenendo in molti paesi europei.

Puškin cantò nelle sue poesie la libertà e la missione dell’artista di risvegliare le coscienze. Trascorse la maggior parte della vita in esilio, lontano dalla capitale; gli fu impedito il contatto con la società e gli intellettuali dell’epoca, e fu riaccolto a corte solo dopo il suo matrimonio con Natalja Gončarova, a causa del quale, però, divenne poeta di corte e trovò la morte in duello.

Rappresentata per la prima volta nel 2008 all’interno della rassegna Si accendono le luci…Frammenti di teatro civile, la pièce è caratterizzata dalle musiche di Mozart, e di musicisti russi coevi al protagonista, e da un allestimento scenografico di forte impatto.
Essa persegue un duplice intento drammaturgico: da un lato proporre e approfondire la conoscenza degli artisti protagonisti, dall’altro suscitare la suggestione degli ambienti e delle atmosfere in chiave evocativa e folclorica.